Lucinasco

Altitudine: m 499 s.l.m.

Superficie: km2 8

Distanza da Imperia: km 18

Abitanti:
- nel 1881 659
- al 2017 274

Festa patronale:

2 Settembre - Sant'Antonio

Informazioni: Comune tel. 0183 52425


L'etimologia del toponimo Lucinasco, citato nelle fonti medievali del XIV-XV secolo nella forma Lexenasco o Lesinasco, è tuttavia piuttosto incerta anche se nel Liber Iurium della Repubblica di Genova ricorre nel 1233 la forma Vexinasco.

Se quest'ultima forma fosse quella originaria, sembrerebbe plausibile la derivazione del toponimo dal latino vicinus con il suffisso -asco, di chiara origine ligure ma ancora molto frequente in età medievale.

Non si può tuttavia nemmeno escludere, come base, il nome di persona romana Licinus e neppure il gentilizio Licinius, forse ricollegabile alla presenza in loco di un'antica gens Licinia, che avrebbe dato origine al nome della località in funzione di toponimo prediale.

Nel 1150 il borgo è concesso in feudo dal vescovo albenganese Odoardo ai Conti di Ventimiglia Filippo e Raimondo, ma nel 1437 viene conquistato da Giovanni Fregoso, luogotenente del Comune di Genova, cui viene poi strappato con la forza nel 1455 da Onorato Lascaris, legato ai Ventimiglia; ancora lungamente conteso da Genova, sarà infine comprato nel 1575 da Emanuele Filiberto di Savoia rimanendo da allora possedimento sabaudo.

Visita al Borgo

Parcheggiamo in paese nei pressi della parrocchiale chiesa di Sant'Antonio, ricostruita nel Settecento, che della fabbrica originaria conserva solo qualche colonna ed il tabernacolo di sinistra.

Le sculture in marmo "Scene della vita della Vergine" sull'altare laterale destro così come il gruppo della "Pietà" sono di Lazzaro Acquarone (1540- 1610), scultore nativo del luogo ricordato da una lapide del 1620 murata in chiesa a sinistra di chi entra, mentre sulla destra c'è la pregevole cancellata in ferro battuto a protezione del fonte battesimale.

Di fronte alla chiesa sorge l'oratorio di San Giovanni Battista che ospita il Museo d'arte sacra Lazzaro Acquarone.

Qui sono esposte diverse opere, fra cui le otto statue lignee policrome del "Compianto sul Cristo morto", suggestiva opera quattrocentesca di un anonimo scultore locale; il bassorilievo in pietra del 1597 di Lazzaro Acquarone; settecenteschi apparati liturgici delle Confraternite; dipinti sacri su tavola e su tela, e sculture sacre del periodo compreso tra il Quattrocento ed il Settecento.

Nella costruzione adiacente all'oratorio sono state ricostruite con arredi d'epoca la cucina, la camera da letto ed il soggiorno di una casa contadina di fine Ottocento; tornando indietro di una cinquantina di metri sulla stessa via Roma possiamo visitare la ricostruzione di un frantoio "a sangue" (e cioè a trazione animale), di una cantina, di una stalla e l'esposizione di attrezzi artigianali d'epoca.

A monte di Lucinasco sorgono due splendide chiese.

La prima è la gotico-romanica chiesa di Santo Stefano, del 1437, che incontriamo proseguendo lungo la provinciale in una escursione molto suggestiva e particolarmente adatta ad una sosta tra il verde: la costruzione sorge su di un'area delimitata da un muretto a secco, specchiandosi nel piccolo laghetto omonimo circondato da prati e salici piangenti.

Il massiccio architrave del portale sormontato da un grande rosone è scolpito con una Crocifissione stilizzata e con gli stemmi dei Ventimiglia (aquila), dei Doria (scudo barrato) e dei Savoia (leone); visti i tempi meglio non fare torto a nessuno, deve aver pensato il saggio lapicida.

Sulla chiave di volta è scolpito un Agnus, sormontato da una rozza croce intagliata in un concio superiore; l'interno è molto semplice e spoglio, con una bella inferriata a protezione del fonte battesimale.

Seguendo le accurate indicazioni stradali, da qui raggiungiamo in un quarto d'ora d'auto la gotico-romanica chiesa della Maddalena, splendida costruzione quattrocentesca perfettamente conservata, circondata da un ameno boschetto su prato.

La compatta facciata in pietra è traforata da un rosone con raro motivo a trina, ed arricchita da una serie di archetti pensili a sesto acuto che proseguono lungo le pareti laterali, sulle due absidi semicircolari laterali e su quella quadrangolare centrale con oculo strombato; sulla facciata gli archetti a sinistra sono decorati da peducci intagliati a mago-custode, animali e fiori, mentre su quelli a destra la fantasia ha dettato al lapicida l'inserimento di un nido di rondine.

Il portale, in pietra nera ad arco spezzato, ha l'architrave intagliato con croce centrale iscritta in un cerchio cordonato ed angioli, con Madonna e Bambino ai due lati, e la data di costruzione 1480.

A destra del portale, a poco più di un metro da terra, uno dei grandi conci che costituiscono la facciata è scolpito in un rozzo e delizioso trittico in bassorilievo con archetti che sovrastano rispettivamente la Vergine con Bambino al centro, ed un Santo e la Maddalena ai due lati; il rilievo, spiccatamente arcaico, è per fattura e collocazione unico in tutto il Ponente.

L'interno della chiesa, coperto a capriate, conserva gli originari affreschi cinquecenteschi nell'abside della navata centrale, divisa dalle due laterali da agili colonne in pietra a capitelli dissimili; alla destra dell'altare è murata la prima pietra con la data 1401.

Le rustiche e severe pareti sono ancora impregnate di atmosfere antiche, vibranti di un senso del divino intimamente sentito e profondamente vissuto; qui i fedeli pregavano sotto gli occhi dell'impressionante "Compianto sul Cristo morto" che abbiamo visto nel museo.

Conclusa questa deviazione, da Lucinasco torniamo sulla Statale 28 su cui proseguiamo verso nord imboccando, seicento metri dopo, la deviazione sulla sinistra che ci porta a San Lazzaro Reale alla confluenza dei torrenti Reale ed Impero, scavalcato quest'ultimo da un suggestivo ponte trecentesco a due arcate; nella parrocchiale barocca è conservato il trittico "Madonna con Bambino" attribuito a Pietro Guidi da Ranzo.

Tenendoci sulla sinistra proseguiamo sulla provinciale che in meno di due chilometri ci porta a Borgomaro.